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Altra gemma della Costa d'Amalfi, Furore prende il nome dal "fragore delle onde che nel piano della sottoposta vallata odonsi mugghiare allorché il mare infuria". E' stato, per la sua particolare conformazione fisico-geografica, una roccaforte inattaccabile anche al tempo delle incursioni saracene. Il fiordo, uno dei più pittoreschi e suggestivi d'Italia, ha da sempre rappresentato un porto naturale nel quale si svolsero fiorenti traffici e si svilupparono le forme più antiche di attività industriali, come cartiere e mulini.
E' noto anche con l'appellativo de "il paese che non c'è", visto che non esiste un vero e proprio abitato e le case spuntano isolate dai costoni di roccia. Singolare è la galleria d'arte en plein air costituita da oltre cento "muri d'autore", murales e sculture che fanno di Furore un "paese dipinto" che si racconta anche in questo modo. Il territorio comunale comprende la zona costiera del fiordo, al confine con Praiano e Conca dei Marini, fino ad un'altitudine di circa 600 metri s.l.m., a ridosso delle montagne di Agerola.
Le prime notizie certe indicano l'abitato di Furore come un semplice casale della Regia città di Amalfi: per tale motivo c'è chi avanza l'ipotesi che ivi dimorassero i fuoriusciti, gli esiliati ed i reietti della società, mandati a vivere lontano dalla città, in un luogo inospitale, scarsamente popolato e privo di terre da coltivare. E' nuovamente menzionato nel catasto carolino del 1752. Negli anni Cinquanta del Novecento Furore fece da cornice all'appassionata e tormentata storia d'amore tra il regista Roberto Rossellini e Anna Magnani.
Ma è l'ambiente, nella sua poderosa ed ostentata bellezza selvaggia, la principale attrattiva di questo "paese-non paese" incorniciato da bellissime le vedute: gli ulivi, le vigne terrazzate sul profilo dei monti, i pergolati dei limoni con le reti tese sui pali, i tetti rossi e le colorate maioliche dei piccoli campanili, i coloratissimi fiori dei rovi selvaggi, e il mare azzurro, sempre presente, laggiù in fondo, nella curva dell'occhio.

Tra i siti di maggior interesse storico, architettonico e naturalistico, segnaliamo:
- la Chiesa di San Giacomo Apostolo (o Santo Jaco), risalente all'XI secolo e realizzata su una preesistente cappella rupestre. All'esterno è affiancata da un bel campanile a più piani sormontato da una cuspide maiolicata. Durante gli ultimi lavori di restauro, negli ambienti sottostanti la navata laterale destra, sono stati riportati alla luce un ciclo di affreschi di scuola giottesca che riproducono scene di vita di Santa Margherita.
- la Chiesa di San Michele Arcangelo, in stile baroccheggiante, anche se molto elementare, è a tre navate con archi acuti retti da colonne senza base e con semplici capitelli;
- la Chiesa di Sant'Elia, risalente al XIII secolo, e realizzata in una zona periferica rispetto alla dislocazione dell'abitato, custodisce all'interno un prezioso trittico ligneo rappresentante la Madonna con i Santi Elia e Bartolomeo (1479) di Angelo Antonello da Capua;
- la Chiesa di Santa Maria;
- l'Eremo di Santa Barbara, sito monastico rupestre dell'Alto Medioevo di cui oggi restano solo alcuni interessanti ruderi, tra cui quelli dell'omonima chiesa, semi-nascosta dalla boscaglia, nei pressi della grotta di Santa Barbara, frequentata (come altre grotte della zona) dai monaci;
- il Fiordo di Furore, profonda spaccatura nella roccia, allo sbocco di un vallone strapiombante a mare, dove si raccolse in passato un minuscolo e caratteristico borgo di pescatori. Tra i pittoreschi monazzeni nacque la tormentata relazione tra Roberto Rossellini e "Nannarella", durante le riprese del film "L'Amore".
Ospita un interessante Ecomuseo costituito da varie sezioni: lo stenditoio, la cartiera-mulino, il ricco erbario ed il Museo Costadiva.
Scavalcato dalla Strada Statale mediante un ponte sospeso alto 30 metri, nella prima domenica di Luglio di svolge qui una tappa del Marmeeting (Campionato Mondiale di Tuffi dalle Grandi Altezze).

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