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Festa di Quartiere - Rione Casale dei Cicerali, Maiori.

E' sicuramente uno dei rioni più antichi e pittoreschi di Maiori che da Piazza Citarella, in pieno centro cittadino, si incammina sempre più stretto e tortuoso verso il crinale della montagna, intervallato da cappelle (quella di San Nicola - XIV secolo - e quella dedicata alla Madonna Addolorata - XVIII secolo), edicole votive, crocifissi, ampi cortili, archi e scalini. E' una sorta di villaggio dalle sembianze "presepiali", sviluppatosi in altezza, sfruttando la naturale pendenza del declivio, in cui si respira un'atmosfera d'altri tempi.

Non esiste una toponomastica ufficiale delle strade e dei vicoli di Maiori, tuttavia, secondo alcuni studiosi locali, Casale dei Cicerali potrebbe derivare dal nome di un'ipotetica famiglia (de Ciceralis) che ivi dimorava. In ogni caso tutti, studiosi e non, sono d'accordo su un punto: da sempre, in nessun altro posto della Costiera Amalfitana, si prepara la pasta con i ceci buona come quella cucinata dalle massaie del rione. E c'è chi, facendo leva proprio sull'insolita assonanza tra il legume ed il Casale dei Cicerali, propone anche questa "golosa" alternativa a chi si domanda quale fosse l'origine del nome.
Sono oramai più di dieci anni che, nel primo weekend di Settembre, in questo scenario caratteristico e dal sapore familiare, si svolge la Festa di Quartiere. Tutto nacque dall'ingegno degli abitanti di realizzare una manifestazione che conciliasse la volontà di far conoscere le pietanze tipiche del luogo alla necessità di raccogliere fondi per ristrutturare la Cappella dell'Addolorata, che all'epoca versava in un preoccupante stato di degrado. Ebbene, anno dopo anno, l'atmosfera allegra e folkloristica, i piatti della tradizione campana ed i suggestivi scorci del rione hanno richiamato un numero sempre maggiore di curiosi, assicurando la buona riuscita della manifestazione.

Tutto inizia in quello che viene comunemente chiamato "il Casale di sopra", separato dal "Casale di sotto" dalla strada provinciale. E' opportuno precisare che, a differenza della maggior parte delle feste e delle sagre che si svolgono un po' ovunque, qui non esiste il catering: tutto è rigorosamente preparato dalle massaie del rione. Dopo un aperitivo si entra nel primo cortile sulla sinistra, oltrepassando un cancello verde in ferro, per provare l'appetitoso antipasto di "pizzell e sciurell", ossia bocconi fritti costituiti da un impasto di farina, lievito di birra e fiori di zucca. Si prosegue con un doppio primo: pasta e fagioli e l'immancabile pasta e ceci, entrambi serviti con un'abbondante dose di peperoncino piccante. Lungo la strada due stands di vino locale incoraggiano alla salita, premiata con un panino con salsiccia. Si giunge, quindi, ad un angiporto sormontato da un bel crocifisso ligneo, all'imbocco del sottopasso che conduce alla soprastante Cappella dell'Addolorata. Da qui prosegue il cammino lungo il fianco della montagna, tra terrazzamenti di limoni e piante di ulivo secolari, godendo dall'alto il panorama di Maiori e della Costa d'Amalfi. Altri stands ci propongono il tipico "o' per e o' muss", ossia il piede ed il muso del maiale, bolliti, tagliati a fettine sottili e macerati in succo di limone e sale, il fico d'india, dolci locali (dalla pastiera alla crostata di mele, dal dolce al limone al babà) e, per finire, un bicchierino di liquore, a scelta tra il limoncello, il finocchietto, il concerto ed il liquore di liquirizia.

A questo punto se non siete ancora stanchi potrete proseguire lungo il sentiero del quartiere Lazzaro, una strada panoramicissima, che costeggia la montagna e conduce fino alla Torre Normanna, passando per il Botanico San Lazzaro, un grazioso boutique hotel di prossima apertura.
Tipiche ballate locali, tamorre, mandolini e cantate "a fronn e' limon" (a squarciagola) rallegrano la serata e riempiono di gioia il cuore e gli occhi di chi, ammirando dall'alto il bagliore degli altri paesi della Costa e la luce fioca delle lampare che si incamminano per mare, abitando in questi luoghi si sente l'uomo più fortunato del mondo e trasmette la sua gioia, per osmosi, a chi, invece, è qui solo di passaggio.

Nulla è scontato: tutto dipende dall'inventiva degli uomini dell'organizzazione, che anno dopo anno, abbelliscono il casale rendendolo ancora più accogliente, e delle sapienti mani delle massaie, nel preparare pietanze che hanno basato il loro successo nel loro essere semplici e quotidiane.
Vi starete chiedendo come faccio a conoscere palmo per palmo tutto il rione e le emozioni che trasmette. Ancora non l'avete capito? Anche io abito in via Casale dei Cicerali!

Per chi è pratico con il napoletano, suggerisco di leggere lo scritto di un poeta maiorese, Peppino Di Lieto, dedicato proprio a quello che lui amorevolmente | chiama "'o velliculo 'e Maiori" (l'ombelico di Maiori).

Mariarosaria Pisacane
05/09/2009

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